Una delle più antiche residenze amalfitane.
Palazzo Casanova è una delle più antiche residenze amalfitane; fa parte di un agglomerato di abitazioni situate nel rione Sopramuro e costituenti nel Medioevo il Convinicio di S. Bartolomeo che scendeva, fiancheggiando la via pubblica (odierna Salita Sopramuro) , nell’attuale Piazza del Municipio e che comprendeva anche la chiesa di S. Bartolomeo.
La storia del Palazzo è antichissima: già nel 1367, nel sito dell’attuale Palazzo Casanova, si trovavano le domus (residenze urbane) della famiglia di mercanti Merculino. Sulla facciata esterna di un andito che si collega da un lato con il Palazzo e che copre un tratto della via pubblica, si nota tuttora un affresco quattrocentesco raffigurante la scena della “Fuga in Egitto”.
L’odierna struttura architettonica di Palazzo Casanova conserva tracce delle domus medievali originali, in particolare nell’area del corridoio. Nei secoli successivi essa fu completamente trasformata in una struttura palaziale, principalmente tra il XVIII e il XIX secolo. Quello in cui oggi abbiamo l’onore di ospitarvi era il piano nobile dell’edificio, articolato su più livelli e in diverse ali con differenti ingressi e giardini pertinenti.
In tale edificio venne ad abitare la nostra famiglia, la famiglia Casanova, nel corso dell’Ottocento. I suoi esponenti divennero notabili già in epoca rinascimentale, per cui assunsero uno stemma che è puntualmente raffigurato nel contesto del palazzo e che rifulge in particolare, dopo un attento lavoro di restauro, in una bellissima decorazione su mattonelle di cotto ottocentesco posta sulla parete della stanza da letto centrale; l’emblema è così descritto, secondo le regole araldiche:
“D’oro, alla fascia di rosso accompagnata in capo da un leone rampante al naturale nascente dalla fascia e in punta da tre bande d’azzurro”.
Nicola Casanova, che vedete ritratto in una foto dell’epoca insieme alla moglie Anna nello studiolo della casa, già sindaco di Amalfi dal 1902 al 1920, ha tanto amato vivere tra queste mura così come le sue figlie, nostre adorate zie, che in queste stanze hanno trascorso la loro lunga vita ricamando il lino, deliziando palati, amando i nipoti. Egli capeggiava una formazione politica d’ispirazione liberal-democratica, denominata “partito delle giacchette”, che si opponeva al “partito delle sciamberghe”, dichiaratamente conservatore. Il suo programma politico-amministrativo prevedeva il progresso della città, la lotta all’analfabetismo, condizioni socio-economiche che favorissero le classi meno abbienti. Nel 1917 il sindaco Casanova organizzò l’accoglienza dei profughi veneti e friulani, allo sbaraglio dopo la disfatta di Caporetto.
Egli è rimasto celebre nella storia di Amalfi anche per il tradizionale pranzo di Natale, nel quale offriva alla famiglia e agli ospiti ben ventisette portate. Il grande giornalista amalfitano Gaetano Afeltra, nel suo libro “ Desiderare la donna d’altri” descrive con minuzia di particolari i suoi ricordi di bambino del Natale a Palazzo e ci regala un ritratto bellissimo dei nostri avi e delle loro antiche tradizioni :
…ma per la signora Casanova, moglie di Nicola Casanova che fu sindaco di Amalfi per diciotto anni, uomo attaccato ad antichi riti e vecchie usanze, non si trattava solo di fare le zeppole.